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Un libro che ha l'intento della sintesi divulgativa, senza rinunciare ad un articolato e minuzioso lavoro di indagine, nel tracciare una storia dell'opera "italiana" intesa non come una storia dell'opera in Italia, né come una storia dell'opera in italiano, perché in questo caso la trattazione avrebbe coinciso, almeno per i primi due secoli, con la storia dell'opera tout court. Gli autori hanno optato per una storia che tratta delle opere messe in musica da compositori nati e formatisi in Italia. Desiderando dunque delimitare l'ambito d'indagine secondo un unico criterio, ma volendo altresì evitare di enfatizzare un ruolo, quello del compositore, che solo da un certo momento in poi diventa centrale, per i primi due secoli si prendono in esame le varie componenti del teatro d'opera nel suo complesso, dedicando spazio anche alla trattatistica, al sistema produttivo, al dibattito teorico, alla vocalità, senza tralasciare la librettistica e inquadrando il tutto nel più ampio contesto storico, culturale e letterario; si tiene conto cioè del fatto che per quasi duecento anni la musica è solo una delle componenti dello spettacolo, e non necessariamente la più importante. Nel tracciare la storia dell'opera degli ultimi due secoli si è concentrata l'attenzione principalmente su due aspetti dell'indagine: in ambito musicale il valore delle singole partiture, con una descrizione minuta dell'evoluzione del linguaggio lirico, e in ambito storico illuminando i complicati rapporti esistenti tra mondo operistico e storia politico-sociale.